Breviario mediterraneo
Predrag Matvejević
Garzanti, Milano 1991
Nitidi volumi euclidei, intonaci bianchi di calce, le scale esterne, le terrazze e le pergole, le magie degli spazi filtro come i patii e le corti, il rapporto forte con gli elementi naturali: sono questi gli elementi, che almeno dal settecento, hanno contribuito a costruire nella cultura europea la fascinazione architettonica per il Mediterraneo, fino a parlare di un vero e proprio mito. Sarebbe forse impossibile stilare un elenco di architetti che negli ultimi due secoli si sono confrontati con questo mito e che lo hanno fatto vivere nelle loro architetture. Un paesaggio di costruzione è questo mare, perché come insegna Fernand Braudel, “il Mediterraneo non è mai stato un Paradiso offerto gratuitamente al diletto dell’umanità. Qui tutto ha dovuto essere costruito, spesso più faticosamente che altrove.”
Libro che sfugge alle catalogazioni il Breviario, pubblicato a Zagabria nel 1987 ed in Italia quattro anni dopo: diario di viaggio, romanzo, racconto, saggio, elenco di luoghi, persone, cose, fatti, documenti, etimologie, carte nautiche, un groviglio di diversità che rimanda nel dispiegarsi delle sue pagine alla indefinibilità ed inafferrabilità del concetto stesso di mare, di acqua, non divisibile, non accatastabile, non soggetta ad alcuna possibile proprietà. Il libro è grande viaggio in questo contesto storico-culturale che è il Mediterraneo, un viaggio continuamente da aggiornare che ci invita alla comprensione di luoghi e culture diverse, all’abbandono di schemi definiti per andare con animo aperto e lungimirante a superare le contraddizioni e le tensioni del nostro mondo di terra e di terre, quel mondo che segna la biografia stessa dell’autore che vive sulla propria pelle la tragedia della dissoluzione della Jugoslavia, quel mondo che segna oggi su quel mare rinnovate rotte di speranza. In un passo del libro, un accenno alle nostre paure e, forse, a ciò che ci aspetta in questa fase:
“Mi è stato detto che a Salerno, centro della medicina antica, venivano annotati e indicati in certe carte speciali i territori nei quali infierivano le malattie contagiose ed epidemiche, in particolare la scabbia, la peste ed alcune pandemie. Ma non ho trovato queste carte. Sul mare non si riesce mai a trovare tutto ciò che si cerca. Sul Mediterraneo è molto più facile trovare ciò che non ci si attendeva.”
orlando di marino