Il Mediterraneo in barca
Georges Simenon
Adelphi, Milano 2019
“Ma quando ha creato il suo personaggio?”
”Maigret?”
“No, Simenon!”
Una produzione sterminata di romanzi e altri scritti che supera i 500 titoli frutto di una capacità di lavoro che lo spingeva a scrivere anche sessanta pagine al giorno, una passione iniziata scrivendo articoli di cronaca per il giornale della sua città, Liegi, attraverso i quali si immerge in luoghi e situazioni particolari, conoscendo e frequentando le più differenti persone: tutto questo fa di lui un mirabile “raccontatore di storie”, nel quale trasfonde la sua vita e se stesso, avvalorando l’intuizione sottesa nella domanda che gli fa Andrè Gide, quando lo incontra.
In questa particolare esperienza di vita, un ruolo fondamentale lo occupano i viaggi: Simenon era un viaggiatore instancabile. Nell’estate del 1934, per finanziare un suo viaggio nel Mediterraneo, contratta alcuni articoli per la rivista della gauche francese, Marianne, e parte così dalla isola francese di Porquerolles, toccando Genova, l’Elba, Messina, Malta, Tunisi, Biserta, Arbatax.
Ma che cos’è poi il Mediterraneo? E’ la domanda sottesa in tutto il libro, in un piacevole racconto di scoperta e ricerca di una definizione che accompagna tutto il viaggio: Mediterraneo è un piccolo mare, definito “bacino” appunto, che diviene nelle parole di Simenon, il corso principale di una piccola città di provincia, il luogo dove tutti quelli che si incontrano si conoscono e si salutano, siano essi sulle barche che trasportano marmo per la Francia o agrumi dalla Spagna, o su yacht bellissimi. Mediterraneo è un “campo di golfi” dove venti avversi impediscono di attraccare, il mare dove l’asprezza dei luoghi, plasmati dal sole e dal vento ti invitano a filosofeggiare. A sorprendere in questo gioco di definizione è una straordinaria metafora che restituisce il senso della percezione che altri paesi hanno avuto di questi luoghi e, forse, finalmente, anche una dissacrazione di molta mitologia da Grand Tour: Mediterraneo è il luogo dove ti viene di mettere i piedi sui sedili del treno, perché “esiste anche un listino della dignità dei popoli. Non lo si trova nella quarta pagina dei giornali, ma a quanto pare lo conoscono tutti ugualmente, giacchè, ora un po' più a est ora un po' più a ovest, troviamo sempre le stesse persone con i piedi sui sedili.”
Accade così a Malta, dove comandano uomini che parlano una lingua che non ha alcuna attinenza con la storia di questo mare, è così nella strade di Hammamet, divenuta in quel tempo la “mecca della pederastia” per ricchi e agiati uomini del Nord. Non gli sembra più cosi, a giudicare dal comportamento del comandante di un porto, l’Italia, dove la ritrovata dignità di un popolo, tiene lontani molti tra quegli americani e inglesi abituati a mettere i piedi sui sedili.
Mediterraneo è il luogo di un equilibrio antico, il luogo dove è possibile trovare una risposta alle angosce che attraversavano l’Europa e il mondo in quel momento storico successivo alla crisi del 1929, quando tutto appariva in svendita lungo le sue coste, le ville che gli americani in Costa Azzurra abbandonavano in tutta fretta dopo il crollo della Borsa, i gioielli e le pellicce delle signore, le automobili e yacht magnifici. Un mondo in disarmo, cui fa da controcanto l’atteggiarsi di quella gente che quel mare e quelle coste lo abitano da millenni:
“Non ci sono né borsa né oscillazioni di mercato. Non c’è nessun salario da ritirare allo sportello a fine settimana. Di conseguenza non esiste proletariato.
E’ per questo forse, che nessuno parla della crisi. La crisi è un’invenzione moderna, come il cambio, il rialzo e il ribasso, lo sciopero e la serrata.
Tutte parole che qui non hanno nessun significato. Nel Mediterraneo, come nella Bibbia, ci sono le vacche grasse e le vacche magre, gli anni di penuria e gli anni di abbondanza.
C’è soprattutto l’abitudine a entrambe le cose, intendo dire all’abbondanza e alla penuria. La gente non si sente spacciata quando ha fame né all’apice dell’agiatezza quando ha tanto fieno in cascina.”
orlando di marino