Regione Campania

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Alloggi universitari, intervista all'assessore Discepolo: «Entro due anni avremo il 50% in più di alloggi»

Mariagiovanna Capone
Il Mattino
17.09.2024


Bruno Discepolo, assessore all’Urbanistica della Regione Campania, a che punto sono i progetti per residenze universitarie?
«Degli otto progetti che gestiamo, sei hanno già ottenuto il finanziamento e sono in fase di avanzamento, con i soggetti promotori che si occupano del progresso delle attività di progettazione e cantierizzazione. Entro il mese di ottobre è richiesto che raggiungano impegni giuridicamente vincolanti, ovvero che le gare d’appalto siano già state indette per individuare chi si occuperà della realizzazione delle opere. Come Regione ci stiamo invece concentrando sull’edificio di Santa Chiara, di proprietà del Fec (Fondo Edifici di Culto) del Ministero degli Interni, abbandonato dal terremoto del 1980. Abbiamo ottenuto il comodato d’uso gratuito dal Ministero come residenza studentesca e proprio recentemente è stata confermata la validazione della fase progettuale, quindi a breve partirà la gara d’appalto per scegliere chi si occuperà della realizzazione. Se tutto procederà secondo i piani, sarà la prima residenza studentesca nel centro storico di Napoli».

Casa Miranda e l'ex Ostello della Gioventù non sono stati finanziati ma sono quelli più strategici. Come opererete?
«Casa Miranda, nei pressi di Veterinaria, è un progetto particolarmente impegnativo. L’edificio richiede un investimento di circa 20 milioni di euro, poiché è stato pesantemente danneggiato sia dal tempo che da usi inappropriati e versa in condizioni molto critiche. L’ex Ostello della Gioventù, invece, è un progetto meno oneroso. Tuttavia, entrambi sono centrali per la città di Napoli, e stiamo cercando risorse alternative per recuperarli».

Quali fondi potreste usare?
«Speriamo che nelle prossime settimane si chiuda il capitolo dell’Fsc (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) con il ministro Fitto, così da capire quante risorse saranno definitivamente a disposizione. Inoltre, abbiamo aperto un tavolo di coordinamento con il sistema universitario della Campania, attraverso il Comitato universitario regionale».

I sei progetti finanziati invece quando saranno pronti?
«Se tutto procede secondo i piani, entro due anni dovremmo completare i sei progetti già finanziati con cui incrementeremo del 50% la disponibilità attuale di alloggi».

Però sono sempre insufficienti.
«È vero. Potrebbero esserci altre residenze grazie al nuovo bando del Ministero dell’Università che prevede la partecipazione di privati. Uno degli obiettivi principali del Pnrr era quello di colmare il divario con gli altri Paesi europei nel numero di posti alloggio per studenti universitari. Tuttavia, si è presto compreso che le risorse messe in campo non erano sufficienti. Così il Ministero ha cercato di coinvolgere i privati, proponendo loro la realizzazione di studentati, anche all’interno di strutture alberghiere, con il vantaggio di agevolazioni nelle autorizzazioni urbanistiche. Ma la risposta del mercato privato non è stata all’altezza delle aspettative».

Cosa li sta frenando nell’avanzare proposte?
«Diverse ragioni. Ma sicuramente la convenienza economica per i privati non si è dimostrata così vantaggiosa come ci si aspettava. A Napoli, ad esempio, una struttura nell’ex sede del palazzo della Cgil di Piazza Garibaldi è stata finanziata, ma altre iniziative stanno faticando a concretizzarsi. Inoltre, il mercato immobiliare offre una redditività molto inferiore rispetto a città come Milano, dove un posto alloggio può costare 800-900 euro al mese, mentre a Napoli si arriva a malapena a 400. Questo rende l’investimento meno attraente per i privati».

Ci sono comunque degli altri progetti di privati in corso?
«Sì, come quello nell’ex Inps di via Ferraris. Sarà un grande studentato da circa 400 posti, ma anche un Talent Garden, cioè una combinazione tra spazi di co-working e servizi agli studenti. È un progetto finanziato tramite una triangolazione tra Cassa Depositi e Prestiti, un fondo immobiliare e un gestore privato».

La situazione resta però difficile.
«Il deficit di posti alloggio per studenti è enorme, soprattutto in Campania. Come Regione Campania però stiamo lavorando su diverse ipotesi. Stiamo cercando di valorizzare il patrimonio pubblico regionale, collaborando strettamente con l’Agenzia del Demanio per individuare edifici che possano essere trasformati in residenze universitarie e ci sono progetti in tal senso a Capua e Salerno. Non sarà facile colmare il gap accumulato in decenni di mancati investimenti. Entro fine anno, dovremmo avere un quadro più chiaro delle nuove iniziative e dei fondi disponibili».