«Ora spetta ai Comuni ripristinare la legalità»

Luigi Roano
Il Mattino_Napoli
09.11.2022

Bruno Discepolo - assessore all' Urbanistica della Regione - a cosa serve la Piattaforma telematica per l' accesso agli alloggi Erp, cioè di Edilizia pubblica residenziale?

«Si dà attuazione al regolamento, nella sostanza iscriversi alla piattaforma consente a chi ne ha i requisiti di entrare nelle graduatorie e aspirare all'assegnazione di un alloggio Erp. Detto più chiaramente abbiamo finalmente una anagrafe del patrimonio e di chi lo occupa».

Mettiamola così: si può dire che con questo regolamento e l' iscrizione alla piattaforma in teoria camorra e altri tipi di occupanti abusivi delle case pubbliche verranno cacciati?

«Ci siamo mossi a 360 gradi, intanto ricordiamo che le iscrizioni alla piattaforma si sono chiuse il 31 ottobre e quindi ora abbiamo un quadro più chiaro. Abbiamo chiesto ai Comuni di accelerare sulla chiusura di tutte le istanze di sanatoria che dal 1997 sono state emanate e che non hanno avuto ancora nessuna risposta. E questo significa che le persone che occupano le case senza un titolo non sanno se possono accedere a una sanatoria. E se non si fa chiarezza su questo non si possono liberare gli alloggi per assegnarli a chi invece ne ha titolo».

Faccia un po' di numeri: per esempio quanti Comuni hanno dato una risposta e cosa resta ancora appeso...

«Numeri precisi è difficile darli, l' ultimo report è al 31 dicembre del 2021. E hanno risposto 53 comuni tra cui Napoli. A quella data risultano giacenti 23mila domande di sanatoria di cui circa 16 mila in carico al Comune di Napoli e la restante parte ad Acer, l' ex Iacp e riguardano sempre Napoli e alcuni comuni dell' area metropolitana. I municipi devono sciogliere questo nodo, quello delle sanatorie devono dirci se le posizioni sono sanabili o no. A volte mi viene da pensare che forse non c' è volontà di chiudere queste partite come si è fatto e si fa con i condoni. Eppure sanatorie e assegnazioni le abbiamo sottratte alle commissioni territoriali per responsabilizzare i Comuni».

I Comuni sostengono di non avere risorse sufficienti per lavorare le pratiche. E poi magari sfrattare la gente a livello di immagine non rende. Come stanno le cose secondo lei?

«È evidente che affrontare questa vicenda ha molte implicazioni. Ma quello che conta veramente è riportare la legalità. Perché così si libererebbero alloggi da riassegnare a chi ha i titoli e non ha fatto atti di violenza per entrare in una casa pubblica. Per raggiungere un risultato così virtuoso bisogna affrontare le criticità, ovvero laddove non si può sanare, l'alloggio va liberato. Non fare nulla è la peggiore risposta che si può dare perché i problemi non si risolvono da soli. E in un sistema fuori controllo la criminalità prende il sopravvento e assegna o sfratta gli alloggi al posto dello Stato».

La Regione riguardo alle risorse ha dato o no una mano ai comuni?

«Guardi, il 70 per cento delle 31mila e 700 pratiche riguardano Napoli e la sua area metropolitana. Di fronte a questi numeri la Regione ha messo in campo dei fondi (1 milione ndr) consapevole delle difficoltà degli enti locali. Fondi che potevano essere utilizzati in due modi. Fare assunzioni a tempo determinato oppure darli al personale interno per pagarlo a progetto. Sa quanti Comuni hanno risposto? Solo in 4 e devo dire che Napoli subito ha detto detto sì».

E quindi le pratiche sono state lavorate?

«Non ho report se non quello al 31 dicembre dell' anno scorso. Ma posso dire che la dirigente di Palazzo San Giacomo subito si è informata riferendomi che avrebbe utilizzato quei fondi per darli agli interni. Quando avremo il report definitivo poi faremo letteralmente i conti e chiederemo del lavoro che è stato fatto».

Lei ha avuto un colloquio con il Prefetto di cosa avete parlato?

«In realtà io ero già stato invitato in passato a dei comitati per l' ordine e la sicurezza pubblica, ho voluto aggiornare il Prefetto sul lavoro che abbiamo fatto in Regione e quello che ancora serve sul problema casa. Il tentativo è cambiare passo sulle posizioni delle sanatorie altrimenti la stessa graduatoria offrirà risposte limitate. Abbiamo fatto nascere l' autorità delle opposizioni a cui si può rivolgere chi ritiene lesi i suoi diritti. Un organismo terzo. Ora il meccanismo può funzionare ma bisogna scogliere il nodo delle sanatorie».

La richiesta di case pubbliche è destinata ad aumentare l' ultimo rapporto della Caritas parla di Napoli maglia nera dei Nuovi poveri cip gente che ha perso tutto incluso la casa. Qual è l' impegno della Regione al riguardo?

«Colpevolmente il Legislatore a qualsiasi livello ha dimenticato la casa dopo la sbornia delle costruzioni delle case degli anni 70 e 80. Cioè quelle periferie da rigenerare una edilizia cattiva. La Regione ha messo in campo un miliardo di finanziamenti, soldi propri e progetti per il Pnrr utili per la rigenerazione urbana e per eventuali nuove costruzioni. Sono partiti programmi di riqualificazione con Acer e con i Comuni a Napoli stiamo seguendo in due quartieri nell' area di Miano e di Capodichino».