Disagio sociale, abusivi e clan: una piaga, fronteggeremo l’emergenza nella legalità
Luigi Roano
Il Mattino
01.08.2024
Assessore Bruno Discepolo, la Regione ha varato una piattaforma telematica con la quale si ha contezza dell’anagrafe del patrimonio pubblico: qual è l fotografia del pianeta casa?
«La Regione Campania ha rivoluzionato, già a partire dal giugno 2022, il tradizionale sistema di accesso all’assegnazione di un alloggio pubblico, che avveniva mediante graduatorie comunali, con l’introduzione di una piattaforma telematica regionale nella quale tutti i richiedenti dichiarano i propri titoli ed il programma elabora, automaticamente, le graduatorie che vengono trasferite ai comuni di riferimento. Un sistema a prova di qualsiasi interferenza, trasparente ed efficace, che una volta introdotto ha registrato circa 32 mila domande».
Qual è l'obiettivo da centrare?
«L’obiettivo connesso alla realizzazione della piattaforma è ambizioso: oltre a fotografare la domanda reale di alloggi, possiamo censire il patrimonio residenziale pubblico, e quello disponibile per le assegnazioni, e monitorare nel tempo l’andamento di questi processi e programmare di conseguenza gli interventi di manutenzione o di realizzazione di nuovi alloggi».
La piaga degli abusivi - cioè di chi occupa case pubbliche senza titolo - come può essere fermata? Il pianeta casa non sembra sotto controllo e pervaso anche dai clan della camorra.
«Il tema della legalità nell’accesso ad un alloggio di edilizia pubblica è purtroppo una vera e propria piaga che ci trasciniamo da troppo tempo. Accanto a situazioni reali di difficoltà, sofferenza e fragilità di strati sociali che oggettivamente non sono in grado di accedere al libero mercato per assicurarsi una sistemazione dignitosa, vi sono fenomeni ormai radicati di occupanti senza titolo che non avrebbero diritto ad un alloggio pubblico e che impediscono, a chi invece questo diritto lo avrebbe, di poter finalmente coronare il sogno di vedersi assegnare una casa».
E in questo disagio si inserisce la camorra?
«Spesso al fenomeno delle occupazioni senza titolo si associa anche il problema della morosità che determina ulteriori conseguenze negative sui bilanci pubblici e sulla mancanza di risorse da destinare alla manutenzione degli immobili. Infine, e certo questione non meno rilevante, si registra la presenza della criminalità organizzata che, in un contesto degenerato e privo di regole, ha facilità ad imporre le sue, di regole, con le conseguenze che è facile immaginare».
Veniamo alle Vele di Scampìa: qui il censimento del Comune ha individuato in quelle rimaste in piedi 507 nuclei residenti a fronte di 433 nuove case che verranno alla luce alla fine del 2026. Come spiega queste differenze tra case a disposizione e censimento?
«Di certo, di tante situazioni critiche che ereditiamo, soprattutto a Napoli, quella delle Vele è tra le più difficili da governare. Quando vi è stata la certezza, con i finanziamenti provenienti dal Pnrr, di poter realizzare il Programma Re-start Scampìa, si è proceduto, in un lavoro complesso coordinato dalla Prefettura che ha visto l’elaborazione di un “Programma speciale da parte del Comune di Napoli, così come previsto da norme e regolamenti regionali, per favorire la mobilità delle persone censite all’interno delle Vele, verificarne il possesso dei titoli, e stabilire chi avrà diritto all’assegnazione di un nuovo alloggio ovvero a chi sarà garantita una sistemazione provvisoria, nell’ambito delle politiche di welfare, per un periodo massimo di tre anni».
Quindi chi non è in regola dopo tre anni deve lasciare l’alloggio?
«Ora occorre procedere dando attuazione coerente a quanto stabilito, e nella consapevolezza dell’urgenza determinata dai drammatici avvenimenti dei giorni scorsi».
Assessore sulla casa mancano politiche mirate sia a livello nazionale che locale. La Regione cosa sta facendo per dare risposte a chi ha necessità di una casa pubblica?
«Come Regione stiamo operando da tempo per dare risposte ai cittadini, efficientare e modernizzare il settore. Abbiamo trasformato i cinque vecchi enti provinciali, Iacp, nell’Agenzia regionale Acer, aggiornato con nuove regole l’intero sistema di funzionamento con l’attivazione dell’Osservatorio regionale sulla casa, nell’ambito di nuove e più performanti relazioni sindacali e istituzionali. Ma, soprattutto, abbiamo varato programmi di riqualificazione del patrimonio esistente e di realizzazione di nuovi interventi di edilizia residenziale pubblica e sociale per un valore di circa un miliardo di cui oltre la metà già disponibili e in corso di realizzazione».
C'è molto impegno della Regione ma basterà a placare la sete di case pubbliche?
«C’è da dire che ancora tutto questo non è sufficiente: veniamo da troppi anni in cui il tema delle politiche abitative è stato rimosso dall’agenda politica, provocando ritardi o danni profondi come nel caso della tolleranza nei confronti dei fenomeni illegali. Se posso dire che vi è un campo nel quale occorre davvero prendere atto che c’è bisogno da parte di tutti, classe politica e dirigente, opinione pubblica e stampa, cittadinanza tutta, di un cambio di paradigma oggi in Italia è proprio su concetti come diritto alla casa o riforme efficaci e adeguate ai tempi e provviste delle necessarie risorse finanziarie, per promuovere anche la rigenerazione di interi quartieri delle nostre città».