Palazzo Penne sarà recuperato con l' intera area

Bruno Discepolo
La Repubblica_Napoli
30.12.2021

Caro direttore,

vorrei rassicurare l' amico Dario Scalabrini, intervenuto ieri su "Repubblica", sul carattere dell' intervento di recupero e rivitalizzazione di Palazzo Penne che stiamo predisponendo. Com' è illustrato nella bella mostra ospitata in questi giorni nell' adiacente chiesa di San Demetrio e Bonifacio, il progetto di restauro, cui ha collaborato con competenza e passione il Dipartimento di Architettura della Federico II insieme ad altre strutture universitarie e di ricerca, si caratterizza per il rigore scientifico nell' opera di tutela e valorizzazione dell' edificio rinascimentale e, al contempo, per lo sforzo di rifunzionalizzazione non solo del Palazzo ma anche dell' intera area.

Come è ormai risaputo, con il Contratto istituzionale di sviluppo per il centro storico di Napoli sottoscritto dal ministero della Cultura, dalla Regione Campania, proprietaria dell' immobile e dal Comune di Napoli, nell' ambito del quale sono stati impegnati i 10 milioni per il recupero di Palazzo Penne, si è anche stabilito di destinarlo a sede della Casa dell' Architettura. In questo modo sarà possibile ricostruire, con la contigua chiesa di San Demetrio e Bonifacio già da tempo nella disponibilità del Dipartimento federiciano di Architettura, non solo l' antica unitarietà del complesso dei Padri Somaschi, risalente agli inizi del XVIII secolo, ma soprattutto un polo attuale per la formazione, per mostre, iniziative culturali, laboratori partecipati per la documentazione, la partecipazione e il confronto con i cittadini sui temi della trasformazione urbana. Un nucleo che potrà contare sulla presenza, nel raggio di pochi metri, della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, oggi sede della Fondazione degli ingegneri per i Beni culturali e, solo poco più distante, della prestigiosa presenza di Palazzo Gravina, già sede della Facoltà di Architettura.

In questa prospettiva, Palazzo Penne, anche per le soluzioni predisposte con il progetto che ha conseguito tutte le approvazioni e per il quale a presto sarà possibile indire la gara di appalto per l' avvio dei lavori, diventerà il fulcro di queste nuove attività, con i percorsi aperti al pubblico così come il suo giardino agli abitanti del quartiere, ai tanti giovani, studiosi, tecnici, turisti che potranno ricominciare ad animare questa parte così carica di storia e memorie del Centro storico di Napoli. E, vorrei aggiungere, per una volta non solo alla ricerca di luoghi dove consumare cibo da strada o per la movida serale. Infine, tornando alla questione sollevata da Scalabrini, è del tutto evidente che nella direzione in cui ci stiamo muovendo la presenza del "Banco dell' acqua" da lui opportunamente segnalata, non costituisce un incidente, nell' ottica di recupero della fabbrica architettonica e della stessa Piazza Teodoro Monticelli da riqualificare quanto, piuttosto, un ulteriore tassello di ricontestualizzazione dell' intervento e ridefinizione identitaria dei luoghi. Naturalmente vi sono aspetti tecnici, questioni legate alla titolarità dei beni e questioni amministrative che dovranno essere valutate ma posso rassicurare che saranno affrontate con lo spirito giusto e l' intendimento di tutelare insieme alle "pietre" che costituiscono i primi materiali da salvaguardare, anche i molti valori immateriali di cui è ricca la città e i suoi abitanti.