Rigenerazione e semplificazione, approvata la riforma urbanistica in Campania


Andrea Scarchilli
INU_Ufficio Stampa
07.05.2024


Il 23 aprile scorso il Consiglio regionale della Campania ha approvato la riforma della legge urbanistica. Si è chiuso così un lungo e accurato iter che ha fatto registrare una prima e importante tappa già ad agosto 2022, con il via libera ad alcune importanti innovazioni. Il provvedimento appena varato è una profonda rivisitazione della normativa che risale al 2004, e ha conosciuto in questi mesi un ampio lavoro di condivisione con il mondo accademico, i sindacati, gli imprenditori, le associazioni, tra cui l’Istituto Nazionale di Urbanistica, di cui la Regione è ente associato.

Bruno Discepolo, assessore all’Urbanistica, ricorda che “i vent’anni trascorsi dalla precedente legge hanno fatto sì che si rendesse necessario un aggiornamento più sistematico rispetto ai numerosi ma parziali, ne abbiamo contati 18, che si sono succeduti nel tempo. Sono nel frattempo cambiati i paradigmi e le parole d’ordine della pianificazione, e che la legge necessitasse di un intervento ragionato e complessivo è confermato anche dalla consistente quota di Comuni campani, più del cinquanta per cento dei 550 complessivi, che non sono riusciti a condurre in porto, nemmeno alla fase dell’adozione, il Piano urbanistico comunale (Puc), sebbene vi fossero obbligati”.

Proprio per questo, spiega Discepolo, era fondamentale operare “in termini di semplificazione. Abbiamo introdotto un piano della rigenerazione urbana in luogo del classico piano di espansione che oltre a non avere più ragione di esistere aveva bisogno per essere approvato di un percorso più complesso. Oggi il piano gode di un iter semplificato, è unico, affiancato da un regolamento edilizio obbligatorio. Prima i documenti da elaborare erano cinque. Gran parte dei Comuni non ne avevano la possibilità in termini di struttura tecnica né la necessità”.

In questo quadro snellito, trova spazio, prosegue l’assessore, un nuovo approccio con nuovi obiettivi, “ovvero la riduzione del consumo di suolo e la promozione della rigenerazione urbana, non più l’espansione su cui si fondavano i precedenti strumenti. La nuova sfida si gioca sul terreno della riqualificazione dei tessuti esistenti. Noi siamo partiti da un doppio assunto: che questo processo non può essere esente da costi e che è impossibile pretendere che sia lo Stato a farsene interamente carico. Puntiamo perciò all’incentivazione della rigenerazione attraverso la moneta urbanistica, prevedendo delle premialità da spendere in contesti circoscritti, che non possono ad esempio essere i centri storici. L’intento è quello di facilitare la cooperazione tra pubblico e privato”.

Da segnalare che nell’ambito del provvedimento è prevista l’istituzione di un Osservatorio sul consumo di suolo, sui cambiamenti climatici e sui rischi naturali e artificiali, con compiti di monitoraggio, elaborazione di proposte e rilevazione delle buone pratiche adottate dai Comuni in attuazione della legge.

Discepolo sottolinea che l’intervento profondo e ragionato condotto in Campania “è inserito in un dibattito in cui siamo assolutamente protagonisti, sull’aggiornamento delle leggi regionali e delle norme da ricondurre alla materia concorrente, in termini costituzionali, del governo del territorio. Alla riflessione dell’INU, fondata sulla proposta di una nuova legge nazionale di principi, abbiamo contribuito. La nostra posizione di attenzione è evidenziata dal ruolo di coordinamento della Commissione sul governo del territorio che ricopriamo in seno alla Conferenza delle Regioni”.



Una mia intervista ad Andrea Scarchilli dell’Ufficio Stampa dell’Istituto Nazionale Urbanistica sulla riforma della legge urbanistica (L. R. 5/2024) approvata in Consiglio regionale il 23 aprile 2024.

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Una nuova legge urbanistica aiuta anche le Regioni, un errore farla soltanto sulla rigenerazione urbana

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«Urbanistica, stop ideologie, presto norme più semplici»