«Scempi, c’è la mappa ecco dove intervenire»


Dario De Martino
Il Mattino
17.12.2024


Si accelera sulle demolizioni delle case abusive non sanabili ai Campi Flegrei. Bruno Discepolo, assessore Regionale all’Urbanistica, su quest’attività della Procura c’è il contributo anche della Regione.
«Sì, anche se noi non abbiamo una competenza specifica, se non residuale, sulle demolizioni, abbiamo sempre collaborato con le Procure finanziando le demolizioni che i Comuni non erano in grado di sostenere finanziariamente. Lo abbiamo fatto contribuendo, su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, sul territorio di Castel Volturno dove demolimmo alcune villette che erano praticamente sulla battigia. Lo abbiamo fatto a Casapesenna con la demolizione dell’ex bunker di Zagaria. E quindi abbiamo aderito, a novembre, anche alla sollecitazione della Procura di Napoli guidata da Gratteri che ci ha segnalato l’urgenza di demolire una serie di immobili che ritenevano essere un pericolo per l’incolumità. Ci hanno presentato un elenco di circa venti demolizioni da effettuare tra l’isola d’Ischia e il territorio dei Campi Flegrei e siamo intervenuti finanziando l’operazione con oltre 2 milioni di euro».

Le demolizioni hanno anche un valore “culturale” per combattere il fenomeno dell’abusivismo, soprattutto in territori così delicati.
«Sì, anche se parliamo ancora di numeri limitati rispetto ai casi accertati di abusi non sanabili, ha un valore anche di monito per evitare che il fenomeno dell’abusivismo edilizio si riproponga. Anche perché ci sono segnali che in alcuni casi questa attività di costruzioni abusive non si è arrestata nemmeno in territori come Ischia e Campi Flegrei dove la fragilità del territorio è così evidente».

Il consiglio regionale ha approvato di recente la norma che vieta la nuova costruzione di alloggi.
«Abbiamo adottato questo provvedimento a seguito del decreto Campi Flegrei con cui il Governo ha demandato alla Regione, che è competente sulla materia specifica, l’introduzione di una norma che vietasse l’aumento di carico urbanistico nell’area dei Campi Flegrei. Anche con tempi molto ristretti, abbiamo trovato la soluzione, estendendo a quei territori le norme già vigenti dal 2003 nell’area vesuviana. È una norma che, secondo me, non funziona benissimo perché è generalizzante per tutta l’area senza distinguere tra parti di territorio diverse. Non è la soluzione che avremmo preferito adottare. Lo abbiamo fatto in ossequio a una legge dello Stato. Ma c’è una clausola secondo cui, sia per l’area del Vesuvio che per l’area dei Campi flegrei, con l’approvazione del piano paesaggistico regionale che stiamo portando avanti, queste norme generiche saranno decadute».

Tra gli emendamenti alla manovra si ragiona sulla possibilità di avere 100 milioni per l’adeguamento sismico delle abitazioni nell’area flegrea. Per alcuni sono pochi.
«La dimensione delle parti di città coinvolte dal bradisismo sono tali da poter dire che cento milioni non basteranno. Inoltre la speranza era quella di avere un contributo maggiore del 50% agli interventi dei privati. Questo lascia delle perplessità, anche se un qualche minimo passo avanti si è fatto rispetto alle previsioni iniziali quando erano stati individuati soltanto 20 milioni».

Più volte ha sollecitato i Comuni ad approvare i Puc (piani urbanistici comunali).
«Sì, e rinnovo l’invito. È una fase molto importante. Abbiamo approvato la nuova legge urbanistica regionale e quella sulla rigenerazione urbana che ha strumenti più snelli, quindi l’invito ai Comuni è quello a fare bene ma anche a non perdere tempo. Attraverso quelli saremo in grado di chiudere il cerchio con una gestione delle trasformazioni del territorio sempre più guidata e controllata e non subita».

Per aiutare i Comuni in questo senso la Regione ha messo in campo anche il nuovo progetto di cartografia digitalizzata del territorio.
«Conoscere il territorio è la base per qualunque opera di programmazione, di pianificazione e di progettazione. La nuova carta tecnica regionale aggiornata consentirà a tutti i 550 Comuni della Campania di redigere, per quelli che sono ancora in ritardo, i propri piani urbanistici generali. È un lavoro che si proietta anche oltre la pianificazione urbanista. Si tratta di una cartografia che utilizza i sistemi tecnologici più avanzati e permette ai Municipi di monitorare i cambiamenti in atto, di conoscere cosa è accaduto e quindi anche di effettuare attività di prevenzione in materia di consumo del suolo».



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